Una volta il mio super amico Giuseppe, dopo una mostra molto intimista in cui raccontavo, attraverso alcune immagini della mia casa, un percorso psico-analitico su di me, sulla mia storia, mi ha fatto capire quanto sia importante, per la fruizione pubblica, la spersonalizzazione dei concetti/immagini. Togliere il “personale” per parlare in toni più ampi.

E’ un concetto molto, molto importante che, un po’ per carattere, un po’ per il periodo che allora vivevo, mi risultava davvero difficile comprendere e realizzare.

In queste poche pagine ho mantenuto un po’ lo stesso “stile” in previsione di allargare il sito prima agli amici e poi al mondo (ah ah) in modo da togliere il sapore “intimo”, “personale”, a volte “teatrale” e portarlo a un livello di interscambio e con concetti più ampi.

Chi mi conosce sa che mi confronto e cerco un dialogo perfino con i mobili che fotografo e questo è un enorme paradosso: ritraggo cose inanimate per ri-animarle?

SPERSONALIZZIAMO!