Questo progetto comincia a fiorire nella mia mente al mio arrivo a Por, l’idea di ritrarre un’intera valle, la Valle del Chiese, dare un volto a un’idea di popolazione, darle uno spessore concreto fatto di occhi, posture, vestiti, corpi, vuol dire sapere di cominciare qualcosa che necessariamente non potrà mai definirsi veramente compiuto, perché in continua evoluzione.

L’identità di un paese o anche semplicemente di un gruppo di persone, è dinamica, è impossibile da fermare nel tempo, quindi ogni progetto fotografico che prova a dare delle dimensioni visive a un popolo deve proseguire, fiorire e crescere nonostante sia destinato a fallire in senso lato fin dal principio. La mia attenzione, per questo, è rivolta ai bambini che potrebbero usufruire di questi ricordi che, con l’avvento del digitale, spesso si perdono.

Il mio approccio non si può definire metodico e scientifico, visto il periodo storico in cui viviamo, che ha dilatato i tempi della mia ricerca, ma ho cercato di costruire questa mappa fatta di immagini semplici, spontanee e a colori.

La fotografia a colori è stata guardata con sospetto, sufficienza o snobismo dalla critica ufficiale, bollata come amatoriale o troppo facile o addirittura volgare rispetto al bianco e nero, credo che il colore si sia preso la sua rivincita e trovo che sia il mezzo espressivo più consono per questa ricerca.

Alessandra