Ho iniziato a fotografare la mia casa e ho iniziato a osservare qualcosa dentro di me.

L’ ho fotografata così com’era, senza toccare nulla, semplicemente fissando le cose e bloccando il momento che vivevo e come lo vivevo.

Le prime immagini erano sfocate, scomposte.

Paradossalmente ho insistito sfocando per mettere a fuoco, spezzando per cercare la forma.

Poco alla volta cominciavo a riconoscere figure, contorni, colori.

Ricordi sereni, passaggi, momenti felici, momenti più tristi.

Una vita come tante; una vita normale.

Ma ai nostri occhi la nostra vita è davvero normale?

Fotografando la casa, fissando in un attimo emozioni, vita, sentimenti, ho viaggiato continuamente dentro e fuori di me.

Un viaggio di scoperta, un viaggio doloroso, un viaggio infinito.

Accanto a me, su strade più o meno parallele le mia famiglie, quella di origine e quella di scelta.

Accanto a me i miei Amici. Quelli che… ci sono sempre!

Il mio percorso inizia con un nanetto da giardino che rimanda al ricordo più divertente e sereno che ho dell’infanzia, e si conclude con due nanetti capovolti e una “love therapy” capovolta accanto a candele eritree. Nel mezzo una storia, sempre fuori e dentro.

Mi piace pensare che ognuno, con il proprio vissuto, con i propri contenuti, possa leggere una sua storia, diversa da quella di tutti gli altri, diversa dalla mia.

Galleria d’Arte J. Tintoretto 25 novembre 2006